opera controversa

Mozione contro l'argine sull'Entella, Officina Lavagnese si astiene

A spiegarne le ragioni Pittau e Stefani: "Non si fa più cenno agli altri lotti dell'intervento"

Mozione contro l'argine sull'Entella, Officina Lavagnese si astiene
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Officina Lavagnese si astiene sulla mozione presentata dai colleghi di minoranza, per bloccare i lavori dell'argine sul fiume Entella. A spiegarne le ragioni Aurora Pittau e Guido Stefani.

"Per la mozione noi esprimiamo rispetto - dicono i consiglieri comunali - Ci teniamo però a ricordare, seppur brevemente, quando e perché é nato il progetto e quali vicissitudini ha affrontato.
Il progetto era nato da quanto dettava la Legge Sarno, inizialmente Decreto-Legge n. 180 del 1998, successivamente convertito nella Legge n. 267 del 3 agosto 1998, emanato dopo la terribile alluvione, le frane e i 160 mort a Sarno e Quindici nel Salernitano, che ha determinato una decisiva accelerazione sia delle attività di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, sia del potenziamento delle reti di monitoraggio e di sorveglianza, onde rimuovere le situazioni di rischio più elevato".

"Dopo la proposta del progetto da parte della Provincia di Genova, riguardante il Bacino dell’Entella, e i vari passaggi negli ambiti deputati, l’Amministrazione di Lavagna, Sindaco Giuliano Vaccarezza, deliberò al riguardo e diede l’assenso all’opera relativa al tratto terminale, 1° lotto dalla Foce al Ponte della Maddalena. Si tratta della delibera consiliare N. 11 del Consiglio Comunale del 5 Marzo 2013. La delibera, molto articolata, contempla tutti i passaggi fatti e gli accordi presi con gli altri Enti, prima di arrivare alla decisione finale.
La votazione in Consiglio Comunale vide 15 voti favorevoli tra i presenti, tra cui tre della minoranza ( Mondello, La Cava e Landò), due astenuti (minoranza con Barbieri e Chiappara) e nessuno contrario.
L’amministrazione di Lavagna aveva fatto in precedenza diversi incontri con i cittadini e da sola, senza alcun comitato, era riuscita a far migliorare il progetto iniziale, considerato troppo impattante dal punto di vista ambientale, e ritenne necessario dare l’assenso in nome della Legge Sarno, sopra citata.
Tutti ne avremmo fatto a meno di quest’opera e ci proclamiamo in difesa dell’ambiente naturale ma non possiamo prescindere dall’esistente urbanizzazione della ns zona, dai cambiamenti climatici , dal rischio idraulico e dalla necessità di messa in sicurezza degli abitanti e per questo motivo allora si é proceduto in questa direzione. I momenti difficili a Lavagna e San Salvatore dell’esondazione dell’Entella del 12 Novembre 2014 ci davano poi ragione sulla bontà della scelta".

"Sono passati 10 anni, le fisionomie politiche sono cambiate, si son formati dei comitati al riguardo , con intenti leciti ma diversi, governa nei vari ambiti il Centro Destra. Il Progetto ha preso l’avvio nelle sue vari fasi, i lavori son partiti nel 1° stralcio, ma degli altri lotti non se ne parla nemmeno più!
OFFICINA LAVAGNESE, in questo suo percorso ha tenuto sempre le sue posizioni, volte alla salvaguardia dei cittadini e delle cose, basate sulle necessità dettate dalla Legge e dai fatti alluvionali che si son susseguiti negli anni ( Non dimentichiamo che Lavagna é quasi tutta in zona rossa) , esprimendosi altresì per la salvaguardia della vocazione agricola della Piana.
Ora, tenuto conto della realtà attuale per tutto il percorso del Fiume Entella, fortemente antropizzato ed abitato soprattutto nelle zone superiori alla foce, dal Ponte della Maddalena fino al punto sorgente, da entrambi i lati del Fiume;
Considerata la totale mancanza di progetti e di risorse, non richieste e non presenti, per poter procedere nelle parti superiori del fiume, che avrebbero dovuto portare ad un’opera compiuta e davvero utile OFFICINA LAVAGNESE prende atto del fatto che, senza i tratti superiori, citati peraltro a suo tempo, quest’opera rischia di diventare un’opera onerosa e poco efficace.
Nel rispetto delle parti e delle scelte, Regione Liguria, Area Metropolitana ed Amministrazione di Lavagna avrebbero potuto in questi anni di loro amministrazione rigettare l’opera, oppure, visto l’evolversi della tecnica e della strategia progettuale, avrebbero potuto proporre adeguamenti o rinnovamenti del progetto iniziale ma nessuno lo ha fatto. La delibera N.37 del Consiglio comunale di Lavagna del 31 Maggio 2021 riguardava il blocco del secondo stralcio e non di quello finale con il progetto esecutivo in atto.
Nessuno si é veramente preso la responsabilità di bloccarlo; certo capiamo, é umano perché c’é possibilità di DANNO ERARIALE e di assunzione di RESPONSABILITA’ anche PERSONALE . Si contava sul ruolo della SOVRINTENDENZA ma neanche questa realtà se l’é assunta finora!
Ora dopo la recente ALLUVIONE in EMILIA ROMAGNA, le continue ALLERTE METEO, siamo ancora al punto di partenza. I lavori sul tratto finale in continuo STOP and GO, tanti soldi spesi forse per niente, una probabile INCOMPIUTA, mentre i soldi del PNRR vanno forse verso il fantomatico “PONTE sullo STRETTO”.
Per tutti questi motivi rispettiamo la richiesta avanzata in mozione dai colleghi dell’opposizione ma chiediamo che anche ai “piani superiori” se ne assumano le responsabilità, in particolare TOTI e BUCCI; a loro chiediamo che si esprimano chiaramente dicendo se vogliono proseguire l’opera o meno e, nel caso, quali alternative intendono mettere in campo.
Troppo tempo é passato da quel 2013, troppi attori son cambiati da allora ed é giusto che gli attori attuali si ASSUMANO IN TOTO le RESPONSABILITA’ di quest’opera!
Non é una diga e da tanto il progetto non é in mano a Perfigli. E’ uno spot che ha ripagato chi l’ha creato, in termini di comunicazione, ed oggi la comunicazione è elemento quasi esclusivo, ma ha fatto il suo tempo. Non é preciso ed é poco umano chiamarlo così.
Semmai quest’opera può essere chiamata “ARGINE di TOTI e BUCCI” e le sue sorti dipendono tutte dal CENTRO DESTRA LIGURE!
Nel rispetto comunque dei colleghi richiedenti il nostro voto è stato di astensione".

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