Onorificenza a Tito: "Il conferimento merita di essere contestualizzato"

Parla il consigliere di "Civica" Recco Gian Luca Buccilli

Onorificenza a Tito: "Il conferimento merita di essere contestualizzato"
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In risposta al sindaco Carlo Gandolfo, il consigliere di "Civica" Recco, Gian Luca Buccilli parla del conferimento dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Tito.

Le dichiarazioni:

"Il conferimento di un’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat a Josip Broz Tito merita di essere contestualizzato.

Occorre risalire al 2 ottobre 1969: si era da poco consumata la “primavera di Praga” e la Jugoslavia era vista dall’occidente come un presidio fiduciario utile a contenere la problematicità della questione sovietica nel quadro politico, militare ed economico di allora. Per comporre l’analisi di contesto, ritengo possa essere utile la descrizione di questo ulteriore elemento.  Nel 1971 Tito fece visita al nostro Paese. Oltre che dalle più alte cariche dello Stato, fu ricevuto dal Sommo Pontefice Paolo VI. A conclusione dell’udienza il Santo Padre, rivolgendosi al Maresciallo Tito, pronunciò queste parole: Nei fondamenti della vostra Carta della Repubblica abbiamo visto affermati principi come quelli dell’umanizzazione dell’ambiente sociale, del rafforzamento della solidarietà, della collaborazione fra gli uomini e del rispetto della dignità umana.

L’iniziativa finalizzata a revocare l’onorificenza conferita al Maresciallo Tito nulla ha che vedere con il doveroso  omaggio agli italiani dell’Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia e delle isole del Quarnaro, vittime dell’efferata violenza scatenatasi dopo l’armistizio (8 settembre 1943).

Il ricordo associato alla data del 10 febbraio 1947 (la firma a Parigi del Trattato di Pace) si configura come un dovere che la comunità nazionale ha pienamente recuperato, mettendo fine a quella che Carlo Azeglio Ciampi definì la “congiura del silenzio”.

Stiamo invece assistendo al ritorno di un revanscismo esasperato e al maldestro tentativo di rimuovere la consapevolezza dei crimini commessi oltre il confine orientale durante il fascismo e la guerra. Il nostro è un grande Paese, che negli anni ha acquisito una solida maturità democratica; sarà in grado di neutralizzare l’agire di chi intende infrangere le ragioni di una memoria condivisa".

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