Nicola Orecchia, Roberto Levaggi e Sandro Garibaldi attaccano l’attuale Giunta di Chiavari, accusandola di immobilismo nella gestione del rischio idraulico del torrente Rupinaro. Secondo i tre esponenti, i finanziamenti ottenuti quasi dieci anni fa non sarebbero stati utilizzati e, mentre si continua a parlare di un costoso scolmatore senza coperture finanziarie, non sono stati realizzati gli interventi urgenti e concreti su ponti e argini.
“L’immobilismo di questa Amministrazione sulle opere fondamentali di mitigazione del rischio idraulico del Rupinaro si denota dalla sterile polemica creata ad arte su un progetto
approvato dalla Regione Liguria e da tutti gli enti preposti negli anni 2016/2017.
Intendiamo ribadire che tale progetto, di circa dieci anni or sono, da noi adottato era un
preliminare, attraverso il quale la Città di Chiavari aveva ottenuto cospicui finanziamenti
(circa 9.500.000 €).
Fondi che in tutti questi anni non sono stati investiti dall’attuale Maggioranza e che se solo
oggi si stanno deliberando alcune opere questo è possibile grazie ai soldi reperiti dalla
Giunta Levaggi nove anni fa.
Se l’attuale Sindaco solo oggi sostiene che il progetto preliminare del 2016 sarebbe
inadeguato, non si capisce perché in tutti questi anni non siano stati effettuati formali rilievi
tecnici da parte del Comune.
In questo tempo nulla è stato fatto per mitigare il rischio idraulico del Rupinaro.
Al contrario, la nostra Amministrazione in soli due anni 2015/2017 aveva demolito e
ricostruito senza la pila in alveo due ponti (uno a Sampierdicanne e uno in Via Castagnola),
nonché ammodernato alcuni tratti di argini.
Questa Giunta, invece, ha fatto solo chiacchere: continua a parlare di un ipotetico scolmatore
dal costo stimato di 65-70 milioni di euro, di cui non esiste ad oggi alcuna copertura
finanziaria.
Ma anche nell’eventualità che lo scolmatore si realizzasse – scenario che appare oggi poco
realistico – resterebbe, comunque, indispensabile intervenire su tre ponti (quello della
Ferrovia, quello in Corso Italia e quello in Viale Tappani) e sugli argini più obsoleti.
Questo è il vero nodo della questione: chi amministra ha il dovere di proporre e realizzare
interventi urgenti, concreti e fattibili, senza limitarsi a giudicare scelte compiute oltre nove
anni fa.
Ciò soprattutto considerato che con il cambiamento climatico in atto e con le precipitazioni
sempre più intense e frequenti, soprattutto in autunno, il Rupinaro – secondo gli stessi uffici
tecnici regionali – rappresenta, dopo il Ferreggiano, uno dei corsi d’acqua più pericolosi
della Liguria.
Ignorare questa realtà significa mettere a rischio la sicurezza della Città e dei suoi cittadini.