Recco

Dario Capurro: «A proposito di passi carrabili a raso»

«Il sindaco Gandolfo, anziché cercare fantomatici colpevoli, abbia il coraggio di dire chiaramente che ha lasciato scientemente il canone sui passi carrabili a raso per fare cassa sulle spalle dei cittadini»

Dario Capurro: «A proposito di passi carrabili a raso»
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Passi carrabili a raso a Recco, dopo le dichiarazioni di Carlo Gandolfo, sindaco uscente e ricandidato alle prossime elezioni, dice la sua il candidato sindaco Dario Capurro.

La replica di Capurro

«Per fare chiarezza sull'argomento passi carrabili sono convinto che la prima regola sia quella di far parlare le norme, innanzitutto leggerle e, se non comprese, farsele spiegare da chi sull'argomento ci lavora.

La legge 160/2019 che ha istituito il canone unico patrimoniale a far data dal 01/01/2021, comprendente sia l’occupazione che la pubblicità nonché il servizio delle pubbliche affissioni, non menziona gli accessi in generale, ma solo i passi carrabili (art.1 comma 824), pertanto la norma regolamentare (art. 20 del regolamento del Comune di Recco), nella parte in cui ha assoggettato al canone gli accessi a raso, ha ampliato la sua competenza risultando quindi illegittima.

Infatti nel regolamento comunale art. 20 comma 7 viene indicato che gli accessi a raso prendono la tariffa dei passi carrabili (assurdo).

Il potere dell’ente locale sul canone è quello stabilito all’art. 1 comma 821 della Legge 160/2019 e chiaramente risulta limitato a riduzioni, esenzioni…..: non può introdurre nuove fattispecie impositive.
Inoltre gli accessi a raso, come indicato da numerose sentenze della Cassazione (vedi ultima n. 21714 del 8/7/2022) non risultano assoggettati al canone in quanto privi di modifiche del manto stradale con manufatti o di appositi intervalli lasciati nel marciapiede: non sottraggono area pubblica alla destinazione pedonale.
Sul fatto dell’autorizzazione l’art.22 comma 3 codice della strada dispone che i passi carrabili devono essere individuati con l'apposito segnale, previa autorizzazione dell'ente proprietario (perché si sottrae spazio pubblico).
Ma per gli accessi a raso (non essendoci sottrazione di suolo pubblico) è facoltà del proprietario chiedere il cartello così da vietare la sosta nella zona antistante (in questo caso ci sarebbe sottrazione di suolo pubblico e diventerebbe passo carrabile).

A Genova per esempio si fa richiedere l’autorizzazione anche agli accessi a raso, ma senza canone.

Sempre il Sindaco Bucci, in quanto sindaco della Città Metropolitana (ex provincia di Genova), negli oltre 800 km di strade di sua competenza non applica il canone per I passi carrabili a raso. Gandolfo è consigliere delegato della Città Metropolitana e non mi risulta abbia contestato la legittimità di questa scelta.

Pertanto sul punto le modifiche del 2013, correttamente introdotte al regolamento dalla mia amministrazione, (di cui Gandolfo faceva parte con il ruolo non banale di vicesindaco), a seguito della legge 160/2019, intervenuta durante l'amministrazione Gandolfo, sono da ritenersi illegittime e quindi non più applicabili.

Le modifiche del 2013 erano conseguenti la Cosap che oggi, con l'introduzione del canone unico della legge 160/2019, non esiste più. Purtroppo il sindaco Gandolfo, forse distratto dai film di Cetto la Qualunque, nelle successive modifiche da lui apportate al regolamento comunale, anziché togliere come dovuto i passi carrabili a raso li ha mantenuti con tanto di tassazione.
Il sindaco Gandolfo, anziché cercare fantomatici colpevoli, abbia il coraggio di dire chiaramente che ha lasciato scientemente il canone sui passi carrabili a raso per fare cassa sulle spalle dei cittadini».

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