Raccolta firme e ricorso al Tar, alcuni commercianti di Sestri Levante contro la giunta comunale
Contestano l'approvazione del nuovo regolamento che revoca, a partire dal 31 marzo, tutte le occupazioni del suolo pubblico e che obbligherà le attività commerciali del centro storico a non poter più esporre la merce all'esterno delle proprie attività
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Una raccolta firme e la minaccia di ricorrere al Tar. Alcuni commercianti di Sestri Levante, non tutti, si scagliano contro l'amministrazione comunale per l'approvazione del nuovo regolamento che revoca, a partire dal 31 marzo, tutte le occupazioni del suolo pubblico e che obbligherà le attività commerciali del centro storico a non poter più esporre la merce all'esterno delle proprie attività.
Contestano l'approvazione del nuovo regolamento che revoca, a partire dal 31 marzo, tutte le occupazioni del suolo pubblico e che obbligherà le attività commerciali del centro storico a non poter più esporre la merce all'esterno delle proprie attività
«Oltre 60 firme degli esercenti raccolte, a testimonianza che quello comunicato in consiglio comunale dalle associazioni di categoria vale a dire: “I commercianti sono informati e d'accordo”, non corrisponde alla verità - sostiene questo gruppo di commercianti - le associazioni non hanno mai comunicato nulla né ai propri associati né ai commercianti. Abbiamo chiesto un incontro con la giunta e, dopo due colloqui con il sindaco Francesco Solinas, l'assessore al Commercio Giuseppe Ianni e il vice sindaco Sandro Muzio, a cui hanno presenziato anche i consiglieri di maggioranza Claudio Muzio, Luca Balotta, Albino Armanino e il presidente del consiglio comunale Gian Paolo Benedetti, nonostante la nostra disponibilità a collaborare per individuare una soluzione volta alla riqualifica del decoro urbano, ci è stata negata ogni tipo di trattativa. La giunta, per sua stessa ammissione, è consapevole che il provvedimento andrà a “penalizzare alcune attività commerciali”. Non capiamo come la stessa giunta possa considerare alcune attività “sacrificabili” in virtù di un “esperimento” che è stato approvato senza alcun fondamento tangibile. Non è stato fatto, come confermato dalla stessa giunta, alcun studio di fattibilità, né alcuna ricerca di mercato, per avallare una decisione così drastica. Invitiamo la giunta a rivedere il regolamento, confidando in una sospensione del provvedimento, utile ad affrontare serenamente l’estate, col fine di definire, dopo un’attenta analisi congiunta, un criterio proficuo che possa incontrare sia le esigenze della pubblica amministrazione sia quelle dei commercianti. In assenza della sospensione del regolamento – concludono i firmatari – saremo costretti a ricorrere al Tar per bloccare questa ingiustizia ed evitare la rovina o, ancor peggio, la chiusura, delle attività commerciali colpite da questo scellerato provvedimento».