"Verità per Giulio Regeni": l'associazione del Tigullio scrive al nuovo ambasciatore in Egitto

Quella di Lavarello è una lettera chiara e perentoria «Primo impegno sia la ricerca della verità: vigileremo»

"Verità per Giulio Regeni": l'associazione del Tigullio scrive al nuovo ambasciatore in Egitto
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L'Associazione "Verità per Giulio Regeni: il Tigullio non dimentica" torna a far sentire la propria voce, a poche dall'insediamento ufficiale di Giampaolo Cantini come ambasciatore italiano al Cairo: «Il primo impegno sia la ricerca della verità».

Lavarello al nuovo ambasciatore in Egitto: «seguiremo con attenzione il suo operato»

Andrea Lavarello, presidente dell'Associazione "Verità per Giulio Regeni" ha scritto ieri una missiva indirizzata al neo ambasciatore d'Italia al Cairo. L'Associazione avrebbe voluto che l'Italia - in segno di protesta e pressione diplomatica - continuasse a lasciare "deserta" la propria ambasciata in Egitto, ma così non è stato, ed ora si rivolge direttamente a Giampaolo Cantini, il nuovo ambasciatore.

«Sono a chiederle, nelle ore del suo insediamento, di voler considerare suo primo e indifferibile impegno l’attivazione di ogni iniziativa atta a far sì che le autorità egiziane decidano finalmente di collaborare con la magistratura del nostro Paese affinché si giunga all’accertamento della verità sulla tragica fine di Giulio». Lavarello va dritto al punto, all'obiettivo, con onestà, senza perdersi troppo in convenevoli "politichesi". «La nostra associazione ha valutato negativamente la decisione del governo italiano di inviarla al Cairo - continua la missiva di Lavarello - ritenendo che questa svolta nei rapporti tra i due Stati non influisca positivamente sulla volontà dell’Egitto di collaborare con il nostro Paese nell’inchiesta sull’uccisione di Giulio. Ciò nonostante, le chiediamo di adoperarsi per far sì che la sua presenza al Cairo sia di oggettivo aiuto al positivo sviluppo delle indagini».

La questione, tuttavia, non riguarda solo la morte di Regeni in sé, ma anche altre misure, attuate dalle autorità egiziane, che nell'ambito del caso non possono che accrescere le tensioni diplomatiche: «Le chiediamo altresì - continua la lettera dell'Associazione - di intervenire con tutta la sua autorevolezza per favorire il rilascio immediato dell’avvocato Ibrahim Metwally, consulente legale della famiglia Regeni, fermato dalle autorità egiziane con accuse palesemente inverosimili».

Infine una promessa a Cantini, di proverbiale "eterna vigilanza": «Vogliamo infine assicurarla sul fatto che la nostra associazione seguirà con particolare attenzione il suo operato, nella speranza che lei sappia interpretare la richiesta di verità e giustizia che sulla tragica fine di Giulio giunge dall’Italia, traducendola in impegno e in attività costante per arrivare finalmente all’individuazione dei responsabili della sua eliminazione».

Insomma, "il Tigullio non dimentica": e continuerà a vigilare ed a far sentire la sua voce.

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