Come il digitale spingerà la ripresa economica
L’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia e tutto il resto del mondo dall’inizio del 2020 sta chiaramente rivoluzionando il nostro modo di vivere. Tra i vari aspetti che, però, sono stati messi maggiormente in evidenza è che l’Italia non è ancora un Paese pronto ad affrontare una rivoluzione a livello digitale.
Per altri versi, però, bisogna evidenziare come sempre più utenti abbiano trovato nella tecnologia uno strumento estremamente valido e utile, ma anche imprescindibile per poter comunicare con le altre persone tra cui amici e parenti, ad esempio durante i periodi di lockdown, quando le restrizioni da rispettare per limitare i contagi si sono fatte sempre più stringenti.
Non è casuale, quindi, la crescita che è stata fatta registrare dal settore del gioco online, con sempre più utenti che si sono collegati dal proprio device mobile e hanno iniziato a scommettere. Per questo motivo, la cosa migliore da fare è sempre quella di scegliere i migliori casino online legali, prendendo spunto dai tanti consigli che vengono proposti su casinoonlineaams.com.
La difficoltà del mondo delle imprese
Uno degli aspetti più critici che sono stati messi ancor più in risalto da parte della pandemia è stata la cronica difficoltà delle imprese italiane ad adeguare la propria dotazione digitale. Per poter stimolare in maniera efficace la ripresa economica, infatti, non c’è altra via da percorrere se non quella della digitalizzazione.
Un percorso di cambiamento molto importante, che diventerà fondamentale nel corso dei prossimi mesi, quando si dovrà fare di tutto pur di far ripartire l’economia. Anche per via del fatto che le abitudini degli utenti sono cambiate notevolmente, a partire dalla modalità di smart working che è sempre più diffusa, ma anche il vero e proprio boom degli acquisti online, senza dimenticare l’enorme diffusione e il successo che stanno avendo le varie piattaforme per videocall e le relative applicazioni che possono tornare utili per il lavoro da remoto.
Il Coronavirus e la necessaria spinta dal digitale
Come detto, in precedenza, però, i problemi a livello di salto in avanti della digitalizzazione in Italia sono stati numerosi. La trasformazione verso una società sempre più vicina e abituata a usare pc e smartphone è ancora decisamente lontana, soprattutto per la mancanza di una certa organizzazione di questo processo.
Il lavoro da remoto può essere un vero e proprio stimolo in grado di favorire e velocizzare il cambiamento, ma fino ad ora l’emergenza ha portato solamente a puntare su un lavoro agile improvvisato, con diverse postazioni che sono state realizzate dentro casa e, nella maggior parte dei casi, senza poter contare su dispositivi informatici adeguati.
Solamente le aziende che hanno già dato il via a vari progetti di smart working prima che scoppiasse la pandemia hanno potuto sfruttare in maniera positiva questo tipo di organizzazione del lavoro, in grado di garantire un livello di autonomia maggiore sia nella gestione degli spazi che delle tempistiche del lavoratore.
Stando ai vari dati che sono stati registrati da parte dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, quasi sei imprese su dieci, tra quelle di maggiori dimensioni, aveva già dato il via all’implementazione dello smart working in modo decisamente strutturato, rispetto al 12% di quanto è avvenuto nelle piccole e medie imprese. Eppure, al giorno d’oggi, sono queste ultime a rappresentare gran parte del tessuto imprenditoriale e produttivo in Italia. Una situazione, quella dell’epidemia, che potrebbe portare a un cambio di mentalità che, al tempo stesso, porterebbe in dote diversi aspetti positivi. Le ultime rilevazioni, infatti, hanno fatto emergere un incremento della produttività dei dipendenti che hanno lavorato da casa compreso tra il 15% e il 20% delle aziende che stavano già sfruttando le potenzialità di tale modalità di lavoro agile.