60mila vittime per Covid-19

L'Europa guarda al suo futuro guardando l'esempio di Wuhan "liberata" VIDEO

Studenti in classe con la mascherina nell'Hubei. I numeri dell'epidemia nel vecchio continente e nel mondo.

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Mentre l'Italia inizia a registrare i primi segnali di discesa dei contagi - ed è sempre bene ricordare che non è  il caso di abbassare la guardia - a Wuhan, ovvero la megalopoli cinese dove l'incubo chiamato Covid-19 ha preso forma, terminano le misure di contenimento, messe in atto dal 23 gennaio 2020, per limitare il contenimento della nuova forma di coronavirus. Dalla mezzanotte del 7 aprile 11 milioni di persone sono tornate libere di muoversi, ma nulla è come prima: la vita quotidiana non è tornata la stessa.

Wuhan "libera", ma è tutto differente

Sono 65mila le persone che con vari mezzi - automobili, treni e aerei - stanno lasciando Wuhan da mercoledì notte, dopo la "liberazione". La vita riprende, ma è tutto diverso. Mascherine indossate in strada, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione. E poi "posti di blocco" che misurano la temperatura, distanza sociale e un arsenale di precauzioni che lasciano intuire che qualcosa è radicalmente mutato.

L'Europa, con l'emergenza ancora negli occhi, torna a volgere lo sguardo al modello cinese, che ha vissuto l'epidemia con qualche mese di anticipo, tracciando inevitabilmente la rotta

E l'Europa guarda (ancora) alla Cina

Dopo aver emulato il modello cinese di isolamento sociale atto a contenere i contagi, ora è tempo di immaginare come potrebbe essere la vita dopo la "riapertura" anche nel Vecchio Continente. Lo scenario orientale attuale  - in cui si convive con il virus, in attesa del vaccino - implica la messa in atto di una serie di comportamenti sociali finalizzati a evitare una nuova ondata di contagi. Un modello che potrebbe replicarsi anche qui. In quel caso, dunque, ci sarà un "periodo di mezzo" come quello che sta vivendo ora Wuhan, in cui torneremo alle nostre attività, con pratiche di prevenzione quotidiane alle quali non eravamo affatto abituati.

La situazione dei contagi nel mondo

E mentre si sta alla finestra ad osservare la Cina, non si trascura la battaglia ancora in atto. L'Oms invita a non allentare le misure, anzi chiede di raddoppiarle se non triplicarle.

In Francia - dove sono stati superati i 10mila morti, monta la polemica per una foto di Macron, senza mascherina, in strada. Segnale di quanto si stia diventando ipersensibili ai presidi di contenimento.

In Spagna si calcola che il 15% della popolazione sia infetta e si tocca quota 14mila morti. Nonostante ciò Madrid annuncia l'allentamento delle misure di contenimento per  il 26 aprile.

Crescono anche i contagi nel Regno Unito, che galoppa verso i 10mila casi, orfano momentaneamente del suo leader politico Boris Johnson, ricoverato in terapia intensiva dopo aver contratto il virus.

Nel mondo c'è grande apprensione per Mumbai, megalopoli indiana da 20 milioni di abitanti dove, al momento, i contagi sono ancora contenuti, ma si teme l'accensione della miccia.

L'America Latina sfiora i 40mila contagi, ma nelle strade messicane non si smette di cantare e, purtroppo, assembrarsi.

In Africa i contagi accertati si aggirano intorno ai 10mila.

Metà della popolazione mondiale è in isolamento.

L'Italia, che per prima in Europa è stata investita dall'epidemia, si avvia verso la discesa (senza illusioni). E per coloro che si chiedono come sarà il momento della "liberazione", forse il modello Whuan potrebbe dare un'idea.

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