Enrico «Trebbo» Trebino, 43 anni e non sentirli: «Voglio trasmettere la mia passione ai più giovani»
Pallanuoto: il levantino gioca nel Cus Palermo: «Smettere? Non adesso»
Per tutti è semplicemente «Trebbo». Una istituzione per la pallanuoto ligure, anche adesso che gioca in Sicilia. Recco è sempre la sua città, dove è cresciuto, dove è andato a scuola, dove ha iniziato a giocare, dove torna dopo ogni nuova esperienza in giro per l’Italia.
Enrico Trebino, 43 anni ed ancora in vasca ad altissimi livelli
Enrico Trebino, classe 1975, attualmente gioca nel Cus Palermo. E’ nel circus della pallanuoto da 33 anni. «Ho iniziato nelle giovanili della Pro Recco e dai 17 ai 22 anni ero nei 13 della prima squadra – ricorda Trebbo - ho girato molte squadre dopo: Sori, Chiavari, Camogli, Vicenza Pallanuoto, Promogest Cagliari, Sport Management, Camogli, 7 Scogli Siracusa, Sori, Telimar Palermo, Lerici e ora Cus Palermo». Una carriera lunga, destinata a proseguire ancora: «Vorrei continuare a giocare perché amo il mio sport e mi ritengo un esempio per tanti giovani – dice - ma se dovessi appendere la calottina al chiodo mi piacerebbe intraprendere la carriera dell'allenatore per insegnare e trasmettere tutta la passione che ho dentro a tutti coloro che volessero imparare».
Ecco il consiglio del «Trebbo» ai giovani: «Consiglierei ad un giovane di praticare il mio sport, perchè la pallanuoto è completa. Oltre al corpo, si riesce anche ad interagire con altri coetanei, un modo in più per socializzare e superare alcuni deficit comportamentali. Allo stesso tempo, lo sconsiglierei perchè la pallanuoto continua ad essere uno sport di nicchia, che non riesce a sfondare. Quanti giovani preferiscono il calcio o altre attività?». Già.
Per Trebbo, però, la pallanuoto è parte della sua vita. «Sono tante le soddisfazioni che la pallanuoto mi ha regalato – sorride - quella che forse mi è rimasta più impressa è stata sicuramente la promozione col Sori dalla Serie A2 all'A1 a 40 anni suonati. Mentre la delusione maggiore è stata la retrocessione con Sport Management dalla Serie A2 alla Serie B con una gara tre di playout persa ai rigori contro i Muri Antichi di Catania. Una stagione che doveva svolgersi un maniera diversa, ma che per una serie di problematiche è sfociata in un vero e proprio incubo sportivo».
Come detto, Trebino è tornato a giocare al Sud. «Si e non vi sono grosse differenze. Nello specifico, a Palermo è difficile fare pallanuoto perchè è l’ambiente chiuso. Mancano allenatori competenti che sappiano tramettere l'amore per il nostro sport. Un altro problema che accomuna il nostro movimento è la voglia dei giovani di allenarsi, di faticare. Secondo me, la pallanuoto è cambiata ma in peggio. In tre decenni di onorata carriera, ora la pallanuoto si è trasformatai in uno sport solo fisico. Si è persa l'arte del gesto, che esalta l'atleta, privilegiando solo il contatto. Guardo le partite della massima serie non vedo più gesti tecnici come il “colonnello” (ovvero il tiro al volo) o lo “schizzo”».
Trebbo oltre che giocatore è anche un addetto ai lavori, perchè insieme alla compagna Santina, ha un portale sulla pallanuoto chiamato proprio waterpolotrebbo.com: «Un luogo di confronto e di analisi dove mettere a fuoco problematiche, essere una cassa di risonanza, mezzo di diffusione della pallanuoto – chiosa - a rendere possibile tutto ciò è stata Santina, mia compagna oltre che nella vita anche in questa avventura. E’ lei ad occuparsi della gestione del blog, degli aspetti tecnici e a collaborare con me nella redazione degli articoli».