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Il chiavarese Umberto Calcagno guiderà l’Associazione Calciatori

"Non pensiamo solo agli ingaggi"

Il chiavarese Umberto Calcagno guiderà l’Associazione Calciatori
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L’Entella è arrivata fino alla Serie B di calcio, dove tuttora milita. C’è un chiavarese che è arrivato ancora più in alto.

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È Umberto Calcagno che, da qualche giorno, è ufficialmente il presidente dell’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori.

Ha preso il posto lasciato dall’ex numero uno Damiano Tommasi. 

"Dopo essere stato calciatore e aver vissuto tanti anni nell'Associazione, questo è il coronamento di un sogno" ammette Calcagno, classe 1970, professione avvocato ma con un passato illustre.

Da calciatore, infatti, Calcagno è cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, fino al 1989, quando è andato in prestito al Trani. Qui si è messo subito in luce e nella stagione seguente è nella prima squadra blucerchiata che vince lo storico scudetto 1990/1991 con Vujadin Boskov in panchina e Gianluca Vialli e Roberto Mancini in attacco. Il giovanissimo Calcagno giocò 2 partite di quella trionfale stagione, per poi scendere in Serie C ed iniziare una lunga carriera con Baracca Lugo, Castrovillari, Barletta, Giulianova, Rimini, Benevento, Avellino, Gualdo, Martina e Paganese.

Come detto, laureato in giurisprudenza, ha intrapreso l'attività di avvocato nel 2002, occupandosi di diritto del lavoro e diritto sportivo, con particolare attenzione al diritto sindacale calcistico. Dopo esserne stato il vicepresidente vicario, il 29 giugno 2020 viene nominato presidente dell'AIC ad interim in seguito alle dimissioni di Damiano Tommasi. Da qualche giorno, il chiavarese è presidente a tutti gli effetti con 120 voti favorevoli e solo 5 contrari.

"Essere riusciti a creare così tanto consenso è una responsabilità ancora più grande, oltre alla soddisfazione per il completamento di un lungo percorso – è il commento, subito dopo l’elezione, di Umberto Calagno - vuol dire che abbiamo lavorato bene, ma si tratta di un punto di partenza".

L’avvocato chiavarese si ritrova al vertice dell’associazione dei calciatori nel momento più drammatico del calcio italiano, stretto dall’emergenza sanitaria per il Coronavirus:

"La sostenibilità del sistema che passa attraverso una riforma del nostro mondo, non solo dei campionato. Il mio mandato sarà improntato alla collaborazione con le istituzioni, come ha dato già prova l’Aic in questi duri mesi del Covid. Da marzo in poi, anche in Federazione, a parte gli screzi iniziali, è prevalsa la logica della condivisione degli obiettivi. La ripartenza è stata il frutto del lavoro di tutte le componenti".

Crisi sanitaria per tutto il Paese, crisi economica per tante società sportive, per il crollo dei fatturati:

"Sarebbe riduttivo parlare solo di stipendi. Non tutti i problemi del calcio sono nati con il virus – sostiene Calcagno - non vorrei che puntare il dito contro gli ingaggi sia solo un modo per nascondere i veri problemi del nostro movimento. Dobbiamo giocarcela sulla crescita, e in questo senso è positivo l’interesse dei fondi per la gestione dei diritti tv, e sulla redistribuzione delle risorse".

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