Il progetto coreografico di Silvia destinato ai Festival
La chiavarese selezionata dalla compagnia Ocram

Il progetto coreografico “Storia di un corpo” della giovane artista chiavarese Silvia Addiego Mobilio piace e dal mese prossimo avrà una carta in più per partecipare ai Festival Internazionali della Danza Contemporanea.
Danza
E’ stato infatti selezionato dalla compagnia Ocram Dance Movement, nata nel 2013 dal coreografo Marco Laudani, che ospiterà a Catania dal 23 marzo al 31 marzo la 21enne, per approfondire la sua creazione e renderla più “forte” ai Festival di tutto il mondo.
"Silvia sarà nostra ospite per diversi giorni e in questo periodo avrà modo di approfondire la sua ricerca sul nuovo progetto - dice l’insegnante e coreografo Laudani -. La residenza si concluderà con uno sharing finale in cui la danzatrice potrà, in maniera informale, dimostrare ad un pubblico di interessati il suo primo studio".
Silvia, che ha iniziato scuola danza nella scuola Naima Academy Chiavari, all'età di 16 anni si è trasferita a Modena per intraprendere il suo primo percorso formativo di studi di danza. Un lungo curriculum artistico il suo, costellato da tante soddisfazioni.
"Penso che appena esci dalla tua "comfort zone" e ti scontri faccia a faccia da sola con la vita vera, è lì che inizia la vera crescita personale - racconta -. Mi sento di dire che l'Italia sia un paese meraviglioso a livello artistico anche se purtroppo carente a livello di opportunità di studio universitario e lavorativo nell’ambito artistico / danzereccio non per altro la maggior parte dei giovani si trasferisce all'estero per studiare e lavorare. Da quando mi sono trasferita all'estero nel 2017 ho subito respirato un'aria "open mind", ovviamente ci sono i pro e i contro come in ogni situazione ma quello che voglio dire ai giovani di oggi è che se hai qualcosa da esprimere, se il tuo desiderio è fare arte qui hai la possibilità di esporti ovunque, di imparare una o più lingue di non giudicarti troppo severamente, soprattutto esteticamente perché grazie a Dio forte è la libertà di espressione. Quello che ho imparato andando via è che l arte può essere bella, definita, scolpita, ma se non racconta qualcosa a chi guarda rimane solamente bella".
Avanti così!