Pallanuoto

"Impareremo di nuovo ad apprezzare le cose"

Intervista ad Elisa Queirolo

"Impareremo di nuovo ad apprezzare le cose"
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"E’ difficile abituarsi. Ma non esiste altra scelta. Non entro in acqua dal 6 marzo. Mai successo di stare così tanto tempo senza tuffarmi".

Elisa Queirolo guarda in faccia la realtà. La pallanuotista nata a Santa Margherita Ligure nel 1991, cresciuta a Rapallo, capitano del Setterosa e attaccante della squadra Plebiscito, è a casa, a Padova.

"Ho un programma della Nazionale e della mia società – spiega la giocatrice - qualche attrezzo ce lo hanno portato. Poi facciamo corpo libero e circuiti funzionali. Passo il tempo cercando di fare quello che mi piace: leggo, guardo le serie tv, gioco anche alla Playstation con il mio fidanzato".

La giocatrice levantina ha vinto sei volte lo scudetto con Pro Recco (2011-2012), Rapallo (2012-2013) e Plebiscito Padova (2014/2015, 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018), una Champions Cup (con la Pro Recco nella stagione 2011/2012), una Coppa Len (Rapallo 2010/2011), un Supercoppa Len (Pro Recco, 2011), quattro volte la Coppa Italia di cui una con il Rapallo (2013/2014) e tre volte con il Padova (2014/2015, 2016/2017 e 2019/2020) e, inoltre, con la nazionale azzurra, di cui appunto è diventa capitana, ha vinto l’argento della Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro.

Prove di normalità, insomma, per un’atleta di fama interzionale e plurimedagliata, in un momento che non è assolutamente normale:

"Quando tutto finirà sarebbe bello anche semplicemente uscire e andare in centro per un aperitivo – sorride l’attaccante della squadra Plebiscito Padova - ci vorrà tempo perché la normalità non tornerà da un giorno all’altro. E poi anche la gente immagino che non sarà subito così serena ad uscire di casa. Ma impareremo di nuovo ad apprezzare le piccole cose".

Elisa come le altre pallanuotiste dovranno attendere un anno in più per le Olimpiadi.

"E’ il mio lavoro, è ovvio che mi dispiaccia, ma prima bisogna sistemare la situazione. Non si sa nemmeno quando ne usciremo e molti posti per le qualificazioni non sono ancora stati assegnati, senza contare che tanti non si stanno allenando. Sarebbe stato meglio andare a Tokyo, ma mica le Olimpiadi le hanno cancellate. Qualcuno magari aveva pensato di smettere nel mondo dello sport, ma mi sembra che tutti abbiano fatto ragionamenti saggi: prima la salute".

Giusto, prima la salute. Niente Olimpiadi e tanta incertezza anche in Italia, con il campionato di Serie A1 femminile fermo:

"Gli atleti ora hanno la tranquillità di poter ricominciare prima o dopo a fare un percorso. Sarebbe stato anche rischioso radunare gente da tutto il mondo in Giappone – prosegue la Queirolo - trovo terribili le storie di gente ricoverata che non può più vedere la famiglia. Non lo contesto, ma deve essere una situazione straziante per chi la vive in prima persona e per i famigliari".

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