Sci di fondo - La testimonianza

«La mia Marcialonga»

Matteo Sansalone alla competizione più importante d’Italia

«La mia Marcialonga»
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«Per i 40 anni mi sono regalato la regina delle Granfondo italiane di sci di fondo, la Mangialonga: essere riuscito ad arrivare sino alla fine è in assoluto il dono più bello che mi potessi fare».

«Lo sci di fondo, uno sport bellissimo da provare»

A parlare è Matteo Sansalone che ha voluto lasciare la sua testimonianza non tanto per vantarsi di aver partecipato alla competizione più importante e famosa in Italia del settore, ma anche e soprattutto per lanciare un messaggio:

«Non esiste solo il calcio, provate lo sci di fondo, è uno sport bellissimo che può regalare grandi soddisfazioni - dice - noi siamo abituati al mare e quindi ci lanciamo nei classici sport, ma la montagna può veramente regalare grandi gioie».

Mare e monti

Sansalone, che è anche vicepresidente del distretto CNA Tigullio, vive di mare, si occupa infatti di nautica: con il padre Domenico “Mimmo” Sansalone segue la manutenzione delle imbarcazioni nel porto turistico di Chiavari.

«Il mare molte volte lo do per scontato, ce l’ho a due passi dall’ufficio ed è un ambiente che adoro. Abbiamo la fortuna di abitare in una regione con luoghi stupendi, ma la montagna ti offre qualcosa di diverso e di unico: ti regala una serenità e tranquillità che non hanno paragoni».

Iscritto alla sezione ligure del CAI, il Club Alpino Italiano, Matteo frequenta le vette sin da quando era bambino:

«Si dice che si cerca sempre quello che non si ha, io sin da piccolo ho sempre amato andare sui monti: amo fare trekking, scalare, percorrere anche delle ferrate. La passione per lo sci me l’ha passata mia mamma Grazia, ho iniziato con quello alpino a 10 anni, con le prime piste a Limone. Lo sci di fondo l’ho scoperto di recente, cinque anni fa, e da lì mi si è aperto un nuovo mondo. Se impari la tecnica, diventa meno faticoso di quanto sembra e ti permette di fare dei percorsi unici nella natura. A Santo Stefano d’Aveto c’è una pista bellissima e unica che meriterebbe di essere valorizzata. In questi anni ho partecipato alla Marcia Gran Paradiso a Cogne e a quella in Val Casies, in Alta Pusteria. Poi il CAI quest’anno mi ha convinto a fare questa impresa, la Marcialonga di Fiemme e Fassa (Trento) appunto, prevista il 31 gennaio, e la soddisfazione è stata tanta, anche perché a differenza di chi vive in montagna, io non ho avuto la possibilità di allenarmi spesso».

La Marcialonga 2021 in Trentino

Il percorso offriva due varianti: la gara classica di 70 km (quella che ha fatto Sansalone) che da Moena porta nel centro di Cavalese, dopo la celebre salita della Cascata, oppure la variante Light che termina a Predazzo dopo 45 km di gara.

«Quest’anno, per via del covid, eravamo inevitabilmente meno persone anche se non sono mancati gli stranieri, tieni conto che partecipano ogni anno anche 7mila atleti. Sono arrivato 760simo su oltre 2mila iscritti: aver partecipato e terminato una gara importante e riconosciuta a livello nazionale e internazionale è per me un risultato importantissimo. Soddisfazione è poter fare uno sport faticoso e concluderlo, tutto questo ha una valenza doppia. Il mio invito, soprattutto ai più giovani, èè di scoprire questo sport: non se ne pentiranno».

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