L’addio al calcio dell'ex magazziniere di Entella e Lavagnese, Mariano Pacini
Dice che il calcio non gli manca. Ma lui mancherà molto a questo sport a cui ha dato tutto
Per 50 anni è stato il custode dei segreti degli spogliatoi di Entella e Lavagnese, passando indenne attraverso gli alti e bassi che tutte le società di calcio conoscono. Mariano Pacini, storico magazziniere prima biancoceleste e poi bianconero, lascia per sempre il calcio dopo mezzo secolo di onorato servizio.
Dice che il calcio non gli manca. Ma lui mancherà molto a questo sport a cui ha dato tutto
Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio, Pacini è stato costretto al ricovero in rianimazione a Lavagna per un edema polmonare. Due giorni dopo, quando si è risvegliato nel letto dell’ospedale, la prima preoccupazione del magazziniere è stata quella di avvisare la Lavagnese della sua improvvisa assenza. «Ho avuto molta paura – ammette Pacini che il prossimo 31 marzo compierà 78 anni - dopo quello che mi è successo necessito di tranquillità». Per 50 anni, suddivisi in egual modo, il Comunale di Chiavari e l'Edoardo Riboli di Lavagna sono stati la sua seconda casa. Amico e confidente di allenatori, dirigenti e giocatori, una figura insostituibile per il calcio chiavarese e lavagnese. Tutto è iniziato nel 1974 con il Bacezza che poi nel 1982 si è fuso con l'Entella. «I tre campionati di Serie C2 con il presidente Sergio Barbieri, nella seconda metà degli anni '80, coincidono con uno dei periodi più belli della mia vita professionale – ricorda Pacini - come del resto il play-off di Serie D giocato dalla Lavagnese di Andrea Dagnino a Cosenza nel 2012. Sicuramente l'Entella Bacezza, allenata prima da Giampiero Ventura e poi da Bruno Baveni, è stata la squadra più forte nella quale sono stato». E il calciatore a cui Pacini è rimasto più affezionato? «Li porto tutti nel cuore, tutti», garantisce. E gli allenatori? «Dal primo all'ultimo tecnico che è passato a Lavagna, nessuno escluso – aggiunge – da Alberto Mariani ad Alberto Ruvo passando per Costanzo Celestini, Claudio Maselli e Cristiano Masitto. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa». C'è però una persona, presidente della Lavagnese dal lontano 1999, che più di tutte Pacini vuole ringraziare: Stefano Compagnoni. «Un uomo fantastico – sottolinea il magazziniere che a Lavagna è arrivato nel 2001 dopo che l’Entella di Ricardo Omar Ciancilla non si era iscritta al campionato di Eccellenza – un imprenditore che nella vita e nel calcio ha fatto cose straordinarie. Non lo dimenticherò mai, lui e la sua famiglia resteranno nel mio cuore». Ora Pacini sta bene, si gode la casa e la famiglia. Il tempo delle lavatrici, dei palloni da gonfiare e delle magliette da piegare è finito. Dice che il calcio non gli manca. Ma lui mancherà molto a questo sport a cui ha dato tutto.