La presentazione

Un nuovo appuntamento della sezione del Tigullio di Democrazia Sovrana e Popolare

Verrà presentato il libro "Eurosuicidio - Come l’Unione Europea ha soffocato l’Italia e come possiamo salvarci" di Gabriele Guzzi

Un nuovo appuntamento della sezione del Tigullio di Democrazia Sovrana e Popolare

Sabato 13 alle 17:45 presso la Società Economica di Chiavari in via Ravaschieri 15, a Chiavari un nuovo incontro della sezione “Pensiero, Arti & Culture – Tigullio” di DSP-Democrazia Sovrana Popolare, con la presentazione del libro “Eurosuicidio – Come l’Unione Europea ha soffocato l’Italia e come possiamo salvarci” di Gabriele Guzzi, edito da Fazi.

Presentazione di un libro a Chiavari

La serata chiavarese giunge proprio nel periodo cruciale, diciamo pure nel momento della verità, non solo della grave crisi dell’UE, ma degli equilibri di un mondo occidentale che sta crollando sotto il peso delle proprie colpe e del proprio narcisismo.

“Eurosuicidio” è già stato recensito, commentato e consigliato come lettura da personaggi quali Lucio Caracciolo, che ne ha curato la prefazione, Marco Travaglio, Dani Rodrik e Wolfgang Streeck.

Quest’ultimo conclude che “come afferma giustamente Guzzi, l’Italia, in quanto Repubblica democratica fondata sul lavoro, non ha altra scelta se non quella di liberarsi dal suo mortale intreccio con il capitalismo neoliberale in declino”.

“In sostanza, L’Europa non è in crisi, “è” la crisi.”

L’autore Gabriele Guzzi

Pur giovanissimo, Gabriele Guzzi (nella foto), del 1993 e romano, si è laureato con lode in Economia Politica alla Luiss e alla Bocconi, è stato consulente economico a Palazzo Chigi e al Dipartimento della Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E’ dottore di ricerca in Economia Politica presso l’Università Roma Tre e insegna storia economica ed economia dell’integrazione europea all’Università di Cassino. Collabora con Il Fatto Quotidiano, Limes, La Fionda, Radio Rai. In una recente intervista , il Guzzi ricorda che il libro guarda molto ai giovani, ed anche ai giovanissimi, guardando in modo critico la sua generazione, che in seno ai progetti europei è divenuta paradossalmente conservatrice, ed esprimendo le sue riflessioni nel capitolo “Il compito storico della generazione Maastricht”.