Ciak, si gira

In fase finale la post produzione del film “Il Morso del Ramarro” tratto dal libro di Valeria Corciolani

Si avvicina il parto e la successiva visione del primo lavoro di CIMA Prod

In fase finale la post produzione del film “Il Morso del Ramarro” tratto dal libro di Valeria Corciolani
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In fase finale la post produzione del film “Il Morso del Ramarro” tratto dal libro di Valeria Corciolani (nella foto). Si avvicina il parto e la successiva visione del primo lavoro di CIMA Prod

Ancora pochi passaggi e "Il Morso" vedrà la luce

Come ogni film che si rispetti, è iniziato e proseguito il montaggio nel mese di novembre e adesso CIMA Prod e Lucerna Films stanno ultimando la postproduzione. Ancora pochi passaggi e “Il Morso” vedrà la luce.

L’avevamo lasciato all’ultima scena svolta nella farmacia Centrale di Chiavari.

Ci sembra interessante ascoltare i tre ultimi protagonisti, con ruoli diversi, proprio di quella scena: il dr. Douglas Lantermo, uno dei proprietari della farmacia; Guido Roncalli uno degli attori protagonisti e Loris Zoppelletto, presidente di Meetab, uno degli sponsor del film e attore suo malgrado!

Il farmacista Douglas Lantermo ci ha detto:

“Sono rimasto molto colpito dall’elevato numero di persone che sono necessarie per far funzionare la “macchina” cinematografica. Lo staff che si occupava delle riprese, la parte tecnica e scenografica ha svolto un lavoro preciso e funzionale al raggiungimento dell’obiettivo. E’ stato interessante assistere alla riproposizione scenografica della figura del farmacista, mentre per noi questa attività professionale è reale e si svolga nella vita quotidiana in quanto la mia famiglia è farmacista da circa 7 generazioni e noi figli siamo cresciuti in farmacia. Osservare i 4 attori farmacisti è stata un’esperienza particolare e svolta quasi in un contesto psicologico di mimesi: il farmacista anziano era quello un po’ più sbrindellato, con il camice aperto che, per un vero farmacista, sarebbe stato intollerabile, gli aiuti farmacista erano una compita e ufficiale, l’altra si adoperava in modo molto volenteroso, mentre un altro era quello che amo definire in stile “pettinato”. Nell’insieme, tutti questi personaggi, hanno riproposto una visione del ruolo del farmacista che è ampiamente condivisa e accolta nell’immaginario collettivo. Nella nostra attività professionale è fondamentale l’etica medica che guida il nostro lavoro volto a fini di solidarietà e aiuto socio-sanitario. Siamo rimasti molto soddisfatti del modo in cui Cima Prod ha proposto al pubblico un impianto scenografico decisamente realistico e ben strutturato”.

L’attore di fama nazionale Guido Roncalli, che nel film ha interpretato il ruolo del personaggio Dandi, ci ha espresso:

“Ho accettato di recitare per la società di produzione cinematografica in quanto sono affettivamente legato alla terra ligure e, in tenera età, ho fatto il mio primo bagno a Zoagli dove, insieme alla mia famiglia, abbiamo trascorso meravigliose estati. In tempi recenti la conoscenza con la giornalista Isabella Puma in qualità di addetta stampa del Comune di Zoagli e attualmente responsabile ufficio stampa di Cima Prod, mi ha permesso di apprendere della realizzazione di questo progetto. Cima Prod è una realtà cinematografica molto professionale e altamente qualificata con cui ho lavorato benissimo. Per me è stata una forte esperienza emozionale in quanto la Liguria, e in particolare questa zona del Levante, rappresenta una ragione del cuore che mi ha motivato ad accettare la collaborazione. Il set cinematografico è di tipo artigianale e questa caratteristica ha reso ancora più evidente la passione e l’amore che alimenta lo staff nel suo lavoro di creazione artistica. Accettare questa parte, per la mia carriera professionale, ha significato rimettermi in gioco e, nel contempo, sono stato un modello di riferimento per i giovani attori che sono all’inizio della loro attività. Il ruolo del dandy mi è calzato a pennello in quanto, nella vita reale, ritengo di essere una persona elegante e un gentiluomo, rispettoso e cavaliere con le donne”.

L’Ingegnere Loris Zoppelletto, presidente dell’azienda italiana Meetab, conclude in una sua intervista:

“Tra Cima Prod e Meetab è subito scattata una scintilla, ci siamo reciprocamente piaciuti e così ho pensato alla collaborazione e ho accettato la loro proposta di fare l’attore in una scena del film, che ci appartiene molto come filosofia. Il fatto di recitare una parte nel film è consequenziale alla strategia di comunicazione di Meetab, realtà aziendale fondata sulla comunicazione etica-morale e pubblica rivolta alle persone per un uso quotidiano degli integratori. I barattoli verdi che contraddistinguono il contenuto dei nostri farmaci sono comparsi e sono stati ripresi durante la scena svolta nella farmacia Centrale di Chiavari proprio quando ho recitato. Per me è stata una bellissima esperienza poter diffondere sempre di più la nostra filosofia medica che risiede nel tarare sulla singola e specifica persona il dosaggio e la tipologia giusta di integratori. Il nostro sforzo, e nel contempo il nostro obiettivo, è quello di fornire alle persone gli strumenti idonei per far capire loro cosa manca all’interno del metabolismo stesso per realizzare il miglior benessere possibile. La cura di noi stessi è ciò che non può fare il medico, ossia essere consapevoli di ciò che ci fa stare bene e di quello che, invece, ci danneggia ed è un aspetto di piena e totale responsabilità di noi singol. Nel momento in cui abbiamo dei dati corretti su cui lavorare, possiamo sapere che cosa fa stare bene, qual è il cibo giusto per noi, ognuno può gestire il proprio corpo al meglio per ottenere salute, longevità e vigore: questo è il nostro obiettivo! I passi del benessere, in sintesi, sono tre: sapere come mangiare, sapere come integrare e sapere come fare attività fisica. Questi elementi li ho spiegati e illustrati all’interno del mio libro “L’Era del Metabolismo” perchè dobbiamo imparare a far funzionare il metabolismo del nostro corpo per vivere a lungo e in salute”. Ho apprezzato il lavoro cinematografico di CIMA Prod perché sono orientati a realizzare film etici e di spessore sociale, con un’attenzione alla persona, al professionista e al risultato".

Una scena del film Il Morso del Ramarro
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