Riorganizzazione ospedaliera, dalla ASL 4 "rassicurazioni" ma il Levante resta in fermento

Garibaldi: «Quadro confuso, si rischia di andare verso le privatizzazioni»

Riorganizzazione ospedaliera, dalla ASL 4 "rassicurazioni" ma il Levante resta in fermento
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Fermento, apprensioni e polemiche per il futuro della ASL 4 "chiavarese" soggetta ai piani di riorganizzazione ospedaliera, la direttrice cerca di calmare gli animi.

Rebagliati: «Nessun depotenziamento, ma razionalizzazioni»

È intervenuta ieri a Rapallo, nel corso del convegno dedicato all'Alzheimer ed alle malattie neurodegenerative, la direttrice generale dell'Azienda Sanitaria numero 4 Bruna Rebagliati. Lo riporta il Secolo XIX di stamane, che ne cita le parole di rassicurazione: «Il piano prevede una valorizzazione dei nostri ospedali, non un depotenziamento», asserisce la Rebagliati. Per la direttrice si tratterebbe cioè solo di una razionalizzazione delle competenze, diversamente da quanto avviene attualmente dove «tutti fanno tutto». Anche sulla ventilata "fusione" con la ASL 3 la Rebagliati sottolinea ciò riguarderebbe esclusivamente «il servizio di emergenza, che del resto già vede il San Martino di Genova come punto di riferimento».

Garibaldi: «Si va verso le privatizzazioni»

Ma nel Levante e soprattutto in Val Petronio resta alto l'allarme per il futuro del nosocomio di Sestri Levante. Al comunicato congiunto degli amministratori di centrosinistra dell'area, si aggiungono anche le parole del consigliere regionale Luca Garibaldi: «Un quadro confuso, che attesta la mancanza di linea generale figlia di un confronto col territorio; già dalla prima pagina del Piano si legge la parola "libertà", che va intesa come "privatizzazione"».
Insomma, ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo, diceva Shakespeare. Ma, almeno secondo il consigliere del PD, non è profumo di rosa bensì puzza di bruciato ciò che si avvertirebbe in questo caso.

Si preannunciano nei prossimi giorni vertici e interrogazioni, come quella già depositata in consiglio comunale a Casarza Ligure. Perché, una cosa è certa, a mancare è la chiarezza. E a prescindere dalle opinioni, è grottesco che le amministrazioni comunali siano venute a conoscenza dei dettagli del Piano dalla stampa anziché dalle istituzioni sanitarie e regionali.

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