la puntata ieri sera

A "Porta a Porta" il caso Nada Cella: e quelle orrende risate in studio

La giornalista Concita Borrelli mette in dubbio l'opportunità della riapertura del caso, ironizzando con una battuta dopo le immagini della madre di Nada in lacrime

A "Porta a Porta" il caso Nada Cella: e quelle orrende risate in studio
Pubblicato:
Aggiornato:

Le parole di Silvana Smaniotto, mamma di Nada Cella, "Vorrei vivere ancora un po' per vedere questo processo", suggellano la sequenza del programma "Porta a porta", in onda su Raiuno mercoledì 10 gennaio, dedicata al caso di Nada Cella, affrontato insieme ad altri casi irrisolti della cronaca nera italiana.

Collegata la criminologa Antonella Pesce Delfino, che ha spiegato i motivi della riapertura del processo: "Gli indizi convergono su Anna Lucia Cecere. Le indagini sono culminate con la richiesta di rinvio a processo. Per riaprire un'indagine ci dev'essere un elemento completamene nuovo: nei riguardi di questa persona c'erano tantissimi elementi indiziali ma non uno nuovo, che è poi stato individuato nei bottoni trovati a casa dell'indagata".

Il programma è tornato a occuparsi della posizione di Marco Soracco e della madre Marisa Bacchioni, indagati per favoreggiamento e false dichiarazioni.

Nel dibattito in studio la giornalista Concita Borrelli ha poi messo in dubbio l'opportunità della riapertura del caso dopo molti anni, ironizzando in maniera del tutto inopportuna con la battuta "Siamo scarsi ad omicidi?", suscitando l'ilarità del pubblico pochi secondi dopo le immagini in lacrime della madre di Nada Cella. "Non volevo suscitare ilarità, capisco i parenti della vittima e avrei fatto lo stesso se lo fossi stata - ha poi chiarito Borrelli - ma non vorrei che si riaprissero questi casi sull'onda della grande passione che suscita negli ultimi anni la cronaca nera. Spero non si vada a sbattere".

 

 

Seguici sui nostri canali