Addio a un vaso di miele su quattro per il clima pazzo. I 26 comuni del Levante danneggiati

Le api spesso sono rimaste uccise dagli agenti atmosferici. Il raccolto di miele crollato del 25% nel 2021. Tra i più bassi degli ultimi decenni. In arrivo in primi 5 milioni

Addio a un vaso di miele su quattro per il clima pazzo. I 26 comuni del Levante danneggiati
Pubblicato:

Il clima pazzo sconvolge la natura con l’addio ad un vaso di miele Made in Italy su quattro. Incendi, siccità, bombe d’acqua, grandinate e gelo hanno compromesso pesantemente la vita delle api, portando ad un crollo di circa il 25% della produzione nazionale nel 2021. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati della banca dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Tra le regioni più colpite la Puglia, con un crollo di circa il 40% della produzione.

Ventisei i comuni danneggiati nel Levante

In provincia di Genova  sono 58 (di cui 26 nel Levante genovese) i comuni danneggiati e inseriti nel decreto ministeriale per il riconoscimento dello stato di calamità del settore dopo la richiesta di declaratoria alla Regione Liguria da parte di Alpa Miele (Associazione liguri produttori apistici) presentata nel luglio scorso e avallata a metà agosto.

Nel levante – Gelate eccezionali settore apistico e piccoli frutti:

Avegno, Borzonasca, Carasco, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Cicagna, Cogorno, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro,  Leivi, Lorsica, Lumarzo, Mezzanego, Moconesi, Né, Neirone, Orero, Pieve Ligure,  Rapallo, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli,  Santo Stefano d’Aveto, Sestri Levante, Tribogna, Uscio, Zoagli.

Api spesso uccise dagli agenti atmosferici

“L’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, le gelate primaverili ed una estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali, specie nel mese di luglio – sottolineano da Coldiretti - hanno distrutto le fioriture e creato gravi problemi agli alveari con le api che, non solo non hanno la possibilità di raccogliere il nettare, ma spesso sono rimaste uccise dagli agenti atmosferici. Il raccolto di miele, di fatto, è uno tra i più bassi degli ultimi decenni”.

“Un segnale di difficoltà per le api nostrane che – continua la nota - sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao”

Attenzione ai prodotti di bassa qualità dall'estero

“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, – precisa Coldiretti – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino”.

Cinque milioni per sostenere il settore apistico nazionale

Con la conversione in legge del D.L. 25 maggio 2021 n 73 art 71, cosiddetto “Sostegni bis”, sono stati ottenuti per il settore apistico cinque milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle “brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021”. Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti – concludono dall'associazione dei coltivatori - rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali”.

Seguici sui nostri canali