la polemica

Argini dell'Entella, l'affondo di Melandri: "Incarico affidato ai soliti noti"

Il progetto non sarebbe adeguato al piano di tutela marino e costiero

Argini dell'Entella, l'affondo di Melandri: "Incarico affidato ai soliti noti"
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Non si placano le polemiche sulla "diga Perfigli", gli argini del tratto finale del fiume Entella, così ingenerosamente ribattezzati dal nome dell'assessore provinciale che ne varò la realizzazione. Dopo l'intervento di Federico Cardelli, è il presidente del comitato "Giù le mani dal fiume Entella" Giovanni Melandri a lamentare come l'incarico di revisione del progetto sia stato affidato agli stessi tecnici che già si erano espressi negativamente sulla possibilità di una modifica degli argini così come progettati. "Saranno ancora loro - afferma Melandri - quelli dello Studio Galli Ingegneria srl, Studio Majone Ingegneri Associati srl, Rina Consulting spa, gli incaricati di Città Metropolitana di un approfondimento tecnico riguardante l’altezza delle arginature in riferimento agli interventi di mitigazione del rischio idraulico del bacino del fiume Entella, relativamente al tratto terminale 1° lotto – dalla foce al Ponte della Maddalena – 1° stralcio funzionale nei Comuni di Chiavari e Lavagna, oltre che di un’indagine per la valutazione dell’ostruzione fociva. Incarico attribuito al costo di € 88.046,37".

I soliti noti

"I soliti noti - denuncia Melandri - proprio loro, infatti, erano stati incaricati, con determinazione dirigenziale n. 1261/24741 del 03/03/2006, dall’Amministrazione Provinciale, della “Progettazione e attività di direzione lavori degli interventi di mitigazione del rischio idraulico del bacino del fiume Entella relativamente al tratto terminale” ed ancora loro, con determinazione dirigenziale n. 3018/2019, dell’aggiornamento del progetto esecutivo del 2015.
Peraltro, oggetto dello studio sarà la semplice valutazione di un’eventuale possibile riduzione dell’altezza della nuova arginatura, per cui, anche nelle migliori delle ipotesi, praticamente nulla sarà toccato rispetto al famigerato progetto Diga Perfigli.

Progetto inadeguato al piano di tutela dell'ambiente marino

"Città Metropolitana - prosegue Melandri - continua così tranquillamente ad ignorare il fatto che gli elaborati progettuali esecutivi, approvati dalla stessa Città Metropolitana con atto dirigenziale n. 209/2021 non sono aggiornati rispetto alla normativa vigente sia riguardo alla Direttiva comunitaria 2007/60/CE (c.d. Direttiva Alluvioni), recepita nell’ordinamento italiano con D.lgs 23.02.2010, n. 49, sia a riguardo del Piano di tutela dell’ambiente marino e costiero.
Si insiste, invece, con i soliti “interventi prevalentemente strutturali”, invece di dare “attuazione prioritaria ad interventi non strutturali e ad azioni per la riduzione della pericolosità”, come prescritto dall’art. 7 del predetto Decreto.
Anche il Piano di Tutela dell’Ambiente Marino Costiero del 25.09.2012 risulta ignorato, per quanto anteriore rispetto agli elaborati progettuali, così come le prescrizioni relativamente ad interventi alla foce, al “fine di tendere, nel tempo, ad una situazione di equilibrio dinamico”.
Le argomentazioni riportate non sono certo nuove, così come non è nuova la sordità rispetto al recepimento delle disposizioni normative riportate da parte dei dirigenti preposti.
E la politica, dov’è?"

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