"Scandalo" Radioterapia al San Martino, il PD: «Ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a curarsi a Savona»

I dem propongono il coinvolgimento delle pubbliche assistenze per il trasporto ma, reclamano, «l’assessore Viale e il commissario di Alisa Locatelli devono intervenire».

"Scandalo" Radioterapia al San Martino, il PD: «Ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a curarsi a Savona»
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Resta alta l'attenzione - e conseguentemente l'inevitabile botta e risposta politico - sulle condizioni di obiettivo sfascio della Radioterapia del San Martino. Ne avevamo parlato qui poco tempo addietro. Oggi sulla questione interviene anche il gruppo PD in Regione Liguria.

Radioterapia al San Martino, il PD: «Ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a curarsi a Savona»

I consiglieri dem, infatti, denunciano come «al di là dei proclami dell’assessore Viale lo scandalo della Radioterapia del San Martino non sia stato ancora risolto». Un problema che diventa anche logistico, in quanto, spiegano, «Ogni giorno i pazienti vengono portati a Savona con le navette e altri mezzi dell’Asl per essere sottoposti alla sedute di Radioterapia che Genova non è in grado di effettuare. Ma quando hanno finito li riportano al San Martino, da dove devono ripartire per tornare a casa autonomamente. Per quale motivo questi malati, che già sono costretti a sopportare enormi disagi, non possono essere accompagnati direttamente a casa propria una volta finite le cure al San Paolo? Perché vengono mollati al San Martino? Molti di loro abitano lontano dall’ospedale e, a fine giornata, dopo una lunga sessione di cure, devono anche affrontare un secondo e spesso interminabile viaggio».

Il gruppo PD ha dunque presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere di trovare una soluzione a questa situazione. Una delle proposte sarebbe quella di utilizzare le pubbliche assistenze per effettuare i trasporti ma, sottolineano i consiglieri del PD, «l’assessore Viale e il commissario di Alisa Locatelli devono intervenire. Non possono continuare a stare a guardare come hanno fatto in tutti questi anni in cui non si sono accorti che era necessario sostituire gli acceleratori lineari. Bisogna evitare queste maratone inutili ai pazienti».

Alla logistica, naturalmente, si aggiungono i tempi di attesa che, per chi viene comunque trattato al San Martino, lievitano in quanto dei tre macchinari disponibili solo uno è per l'appunto almeno parzialmente funzionante, arrivando anche ad 8 mesi. «Uno scandalo», chiosano i dem, di cui attribuiscono la responsabilità all'Amministrazione regionale: «Già nel 2015 l’allora direttore generale Barabino aveva segnalato la necessità di sostituire gli acceleratori lineari del San Martino. Due anni dopo (2017) – come riporta un report presentato il 17 gennaio al Consiglio di indirizzo e verifica del San Martino – l’attuale direttore generale dell'ospedale Ucci ha chiesto più volte ad Alisa di intervenire. Tutte segnalazioni cadute nel nulla. Né il commissario straordinario Locatelli né l’assessore Viale hanno mai ritenuto di raccogliere quelle grida d’allarme. Sono loro che avrebbero dovuto provvedere a sostituire gli acceleratori lineari e non lo hanno fatto. In un Paese normale si sarebbero dovuti dimettere», concludono.

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