LA TRAGEDIA DI CHIAVARI

Violenta lettera del fidanzato di Roberta Repetto contro la sorella, il padre e la madre

Parole pesanti per difendere il Centro Anidra di cui egli stesso fa parte. Il punto sull'inchiesta e la prima lettera di Tobias Solomon Hansen

Violenta lettera del fidanzato di Roberta Repetto contro la sorella, il padre e la madre
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Una lettera dal contenuto e dal tenore pesante, rivolta a Rita Repetto, sorella di Roberta, la giovane donna morta a 40 anni a metà aprile e per la quale sono indagati i vertici del Centro Anidra di Borzonasca, l'ha scritta e inviata ai giornali e postata sulla sua pagina facebook quello che si presenta come fidanzato di Roberta Repetto. Tobias Solomon Hansen, questo il nome dell'uomo, che sostiene di essere stato fidanzato di Roberta per sei anni, attacca la sorella, il padre, ex sindaco di Chiavari,  e la madre della donna morta per un tumore non curato nel Centro di Borzonasca, o curato con prodotti naturali senza alcun fondamento scientifico.  Sembra che a scatenare il tumore sia stata l'asportazione di un neo effettuata direttamente su un tavolo da cucina del centro Anidra.

"Cara Rita, Ti scrivo pubblicamente e a malincuore, in quanto ho un’altra visione delle cose e del dolore, mio quanto Tuo per la morte di Roberta - scrive Hansen - ma leggere ciò che scrivi mi impone di uscire dal mio silenzio per fare chiarezza e porre un argine a questa spirale di odio e di rancore che vorresti scatenare contro di me e tutti i soci e i collaboratori del Centro Anidra…inizio con il farti alcune domande..."

Seguono una serie di interrogativi - che non riportiamo perché poco gradevoli e privi di un qualsiasi fondamento - tesi a mettere in cattiva luce la famiglia di Roberta e a difendere il centro Anidra: "Cosa ti fa pensare che dovessimo essere noi del Centro Anidra a dover dire a Roberta di andare da un dottore?" prosegue Hansen, che poi aggiunge considerazioni che non paiono tenere in alcun conto il dolore dei famigliari della donna, che da due mesi chiedono giustizia.

Hansen rivendica di aver "vissuto sei anni di amore con lei posso urlarlo al mondo: Bobby era speciale, dal carattere forte e sapeva benissimo cosa fare in ogni momento senza dover dipendere da nessuno!".

QUI LA REPLICA DELLA FAMIGLIA

Il punto sulle indagini

Nei giorni scorsi per Paolo Bendinelli, il cosiddetto  “guru” del centro olistico di Borzonasca, arrestato ad aprile con l’accusa di omicidio, è stata respinta la richiesta di arresti domiciliari.  Una misura meno afflittiva che era stata invece concessa nelle settimane scorsa al medico bresciano Paolo Oneda, colui che avrebbe effettuato l’intervento di asportazione del neo che ha poi scatenato il melanoma e le successive metastasi.   Contrariamente a Bendinelli, Oneda aveva accettato di rispondere alle domande dei giudici e aveva negato di avere asportato lui il neo: "L'ho solo curata, il neo se lo era tolto da sola inavvertitamente" ha detto ai giudici, poco convinti della fondatezza della sua difesa.

Nell'inchiesta sono indagate anche una psicologa compagna del medico e l'amministratrice del centro Anidra Teresa Cuzzolin. Tra le accuse vi è anche la circonvenzione d'incapace.

La prima lettera di Hansen un mese fa

La lettera aperta inviata oggi dal fidanzato di Roberta Repetto, non è la prima missiva. Hansen era uscito allo scoperto già un mese fa con una lettera indirizzata alla memoria della stessa Roberta.

Scriveva Tobias Solomon Hansen il 15 maggio scorso

Bobby amore mio, sono passati alcuni mesi da quando ci hai lasciati, ma il tempo scorre in modo strano e sa essere un infinito e un soffio insieme in certi momenti.
Da quando sei volata verso l'azzurro la mia mente e il mio cuore sono le stanze di un vento che soffia senza tregua, il dolore ha colti impreparati e soli coloro che ti amano, e ancora oggi mi faccio tante domande a cui non sono capace di trovare risposte. Perché non mi hai mai parlato della tua malattia, mi chiedo? Forse avevi deciso di andartene come hai sempre vissuto, forte, concreta e riservata fino in fondo, senza la compassione di nessuno? O forse anche tu non sapevi nulla? Avevi paura ed hai preferito non sapere?
Questo e molto altro mi chiedo, in un vortice di pensieri che non mi lascia pace.
E allora cerco di guardare il nostro mondo, quello che abbiamo creato insieme qui al centro, con la calma e la bellezza che tu mi hai insegnato. Scruto ogni giorno e ogni ricordo insieme come un regalo prezioso, ti sento accanto nel mio presente e la tua assenza mi parla con una voce che è solo più segreta ma sempre così viva.
È vero, vorrei averti fatto più domande e vorrei aver capito di più nei giorni in cui avevo il privilegio di averti accanto, ma poi penso che i sensi di colpa servano a poco, se non a toglierci la forza di lasciar andare ed accettare che la vita può essere crudele ed abbandonarci all'improvviso così, muti e senza fiato. Mi guardo intorno e tutto qui ad Anidra mi parla di te, i luoghi e i tempi del nostro vivere si prendono cura di me e della mia anima, e mi cullo nel tuo ricordo perché so che questo avresti voluto per me e per tutti quelli che continuano ad amarti, che continuassimo a brillare anche grazie alla tua luce.
E poi penso alla tua forza, a quella ragazzina che il padre ha lasciato a 12 anni per un'altra famiglia, a te che, coraggiosa e fiera, sei andata oltre ed hai saputo costruire una vita e delle relazioni meravigliose intorno a te. Penso alla mia Bobby con tutti i suoi progetti, nelle scuole, in Anidra, nella sua Yogahome, nella sua vita privata e l'amore che sei stata capace di trasmettere a tutti coloro che hai incontrato sulla tua strada, la mia Bobby forte ed indipendente che ora qualcuno vorrebbe far passare come una persona debole, fragile e vittima di presunti manipolatori, la mia Bobby felice e consapevole delle proprie scelte, scelte fatte sempre con amore, fiducia e convinzione.
Chissà se da lassù riesci a sentire le accuse che rivolgono a questo luogo che tu amavi così tanto. Si parla del nostro centro come di una setta, di te come una persona fragile e manipolata, e la tua vicenda è finita sui giornali perché qualcuno qui dentro ti avrebbe sottratta alle cure necessarie. Ma, mi chiedo, come potevano sottrarti alle cure se non sapevano nemmeno della tua malattia? Sono il primo a volere che chiarezza e giustizia siano definite nelle giuste sedi, ma tra la gente comune, per strada e sui social, le sentenze sono già state espresse e questo mi fa male perché si infangano luoghi e persone con cui consapevolmente hai condiviso anni di vita e passioni comuni. Sono certo che stia facendo tanto male anche a te.
Bobby, io vorrei soltanto che tu potessi riposare in pace e che il tuo splendido sorriso continuasse ad illuminare il nostro cammino senza te. Io ti tengo per mano amore, tu tieni la tua mano sul mio cuore e continua a sorridermi come in questa foto anche da lassù.

 

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