Coronavirus

"Zone rosse": cosa si rischia se non si rispetta il decreto

Il Governo ha deciso di punire coloro che non rispetteranno le prescrizioni contenute nel decreto. Il compito del controllo spetta alle Forze dell'ordine. Ma le modalità sono ancora fumose

"Zone rosse": cosa si rischia se non si rispetta il decreto
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Il Governo italiano ha istituito una nuova "zona rossa" che comprende la Lombardia e diverse Provincie di Veneto ed Emilia Romagna.

Zone rosse, quindi?

Attraverso il decreto firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il Governo italiano ha disposto una serie di limitazioni molto restrittive per alcune aree dello Stivale ritenute “a rischio” per il contagio del Coronavirus. All’interno del decreto sono riportate una serie di misure  quali, per esempio, la chiusura delle scuole, dei centri sportivi, delle piscine, dei luoghi di culto e di cultura. Tante indicazioni che devono essere rispettate. Non solo per una questione di “civile convivenza”, ma anche per non incorrere in veri e propri reati. I limiti alla libertà personale non sono estremi come quelli delle precedenti, assai piccole zone rosse come quella originale del lodigiano, per ovvie ragioni visti gli svariati milioni di cittadini coinvolti, ma - almeno sulla carta - c'è comunque una certa severità.

Cosa si rischia

Il mancato rispetto delle prescrizioni previste dal decreto, infatti, è punibile secondo Codice Penale. È scritto all’interno dello stesso decreto.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente decreto è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, come previsto dall’articolo 3, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

Andando a consultare il Codice Penale, ecco che cosa si rischia

Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro

Chi deve controllare?

All’interno del dispositivo firmato dal presidente del Consiglio si legge anche questo. Infatti la responsabilità del rispetto delle norme è demandata direttamente alle differenti Prefetture che, a cascata, si rifanno sulle Forze dell’ordine del territorio. In primis a quelle sotto diretta gestione dei sindaci che, attraverso la Polizia Locale, sono chiamati a sensibilizzare i cittadini al rispetto delle norme e a punirli laddove siano mancanti.

Ma con quali modalità precise? Non è ancora chiaro. Lo stesso Conte ha affermato che i dettagli sono ancora allo studio. Come esattamente il Pubblico Ufficiale sarà chiamato a verificare il giustificato motivo di spostamento di un cittadino delle zone rosse? Si richiederanno dimostrazioni documentali di necessità (ad esempio lavorativa) o ci si "autocertificherà", magari solo a parola, e l'Ufficiale sarà chiamato indipendentemente a verificare o - cosa forse ancor più complessa - saper discernere reali esigenze da storie "furbette"? Una delle preoccupazioni in tal senso è proprio che in mancanza di una linea guida comune e precisa stabilita dall'alto, i singoli presidi locali debbano decidere più o meno in autonomia l'organizzazione dei controlli, con il conseguente caos che ne potrebbe derivare.

L’invito, comunque, è per il momento almeno a conoscere bene il provvedimento, e per questo vi proponiamo la forma integrale con evidenziati i passaggi che maggiormente interessano la nostra quotidianità.
Il Decreto e le principali misure stabilite

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