Grandi opere

No alla Diga Perfigli, Lavagna vota no alla variante urbanistica

Non sono mancate le polemiche dell'opposizione

No alla Diga Perfigli, Lavagna vota no alla variante urbanistica
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Prosegue la battaglia del Comune di Lavagna contro la cosiddetta Diga Perfigli, opera idraulica per la messa in sicurezza della piana del fiume Entella il cui cantiere è già stato approntato e che modificherebbe irreversibilmente il paesaggio.

Un solo punto all'ordine del giorno

Con un solo punto all'ordine del giorno, il consiglio comunale ha votato nel pomeriggio si ieri, venerdì 7 gennaio, il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni della piana dell'Entella da aree fabbricali a uso agricolo, come del resto sono attualmente.

"Io non so se questo sia un elemento fondamentale per fermare l'opera - ha detto il sindaco Gian Alberto Mangiante nel suo intervento - sicuramente è attuale con il lavoro che la Commissione regionale sta svolgendo nel riesaminare l'opera approvata. Dobbiamo fare squadra affinché non venga fatto scempio della Piana dell'Entella, una delle tre macro aree della nostra cittadina insieme al fronte mare e all'entroterra e sui cui vorremmo far sorgere un parco fluviale".

Contro la realizzazione della Diga Perfigli è atteso anche l'intervento della Sovrintendenza chiamata a mettere un vincolo di tutela storico-culturale nell'area scrivendo la parola fine alla vicenda.

Parlano le opposizioni

Sul consiglio non sono mancate le polemiche.
Scrivono Guido Stefani e Aurora Pittau (Officina Lavagnese) :

"Quando abbiamo ricevuto la convocazione per questo consiglio comunale in seduta straordinaria ci siamo un po' stupiti per l’urgenza della convocazione. Ci sembrava strano ed anche un po' irrituale che il consiglio venisse convocato in seduta straordinaria per approvare la richiesta di una variante ad un piano regolatore datato addirittura 1998.
Prendiamo atto di quanto ci è stato comunicato durante la commissione dei Capigruppo del 04/01. L’urgenza, ci è stato detto, sarebbe stata determinata dalla necessità di permettere al Comune di presentare alla commissione regionale, che sta verificando la possibilità di dichiarare la piana dell’Entella zona di notevole interesse pubblico, un atto formale in cui venga modificata la destinazione d’uso dell’area della piana dell’Entella, che ad oggi, sulla base del Piano Regolatore Generale avrebbe ancora una potenzialità edificatoria enorme e sicuramente non in accordo con gli obiettivi chiaramente espressi sia dalla maggioranza che dalle opposizioni consigliari.

Il vecchio piano regolatore, occorre ricordalo visto che in alcuni articoli della stampa è stato genericamente attribuito dal ns. sindaco alle precedenti amministrazioni, era stato redatto negli anni dal 1995 al 1998, sotto la sindaca Mondello, approvato dalla regione nel settembre 1998 e adottato nel 1999. Come abbiamo già avuto modo di ricordare questo piano prevedeva per l’area in oggetto lo sviluppo di una grande volumetria edificatoria sia residenziale che produttiva.

Tali previsioni edificatorie fortunatamente non si sono realizzate anche grazie al piano di bacino che ha dichiarato tutta la piana, e non solo, area esondabile e ha prodotto un progetto per la mitigazione del rischio idraulico.
Entrando nel merito del provvedimento in votazione, come Officina Lavagnese, ancora una volta dichiariamo che condividiamo l’intenzione di preservare e mantenere il territorio limitando la destinazione d’uso alle attività agricole, all’agriturismo, al verde attrezzato per svago e tempo libero. Abbiamo richiesto in commissione di modificare i documenti allegati alla variante dove si parla di parcheggi a raso, precisando che deve intendersi parcheggi pertinenziali alle sole attività previste dalla variante.

Ci sono però alcuni dubbi che ci hanno impedito di votare a favore della richiesta di variante.
Trattandosi di una richiesta di variante, l’iter richiederà dei tempi piuttosto lunghi per poter essere adottata. Dovrà essere pubblicata per permettere a tutti gli stakeholders di presentare le proprie osservazioni, che dovranno poi essere controdedotte dagli uffici tecnici e votate in consiglio comunale, dovrà essere approvata in Regione e poi ritornare in consiglio per l’approvazione definitiva.
Ci sembra che la variante urbanistica non prenda minimamente in considerazione il piano di bacino e l’esistenza di un progetto appaltato per la realizzazione di opere idrauliche riguardanti la mitigazione del rischio di esondazione. In un punto della relazione tecnica descrittiva si afferma che gli obiettivi della variante proposta sono in linea con il piano di bacino ma il tutto è vago.
Ci sembra che il problema della sicurezza non possa non essere considerato, trattandosi dell’area ragionevolmente più interessata dagli interventi di mitigazione del rischio. Riteniamo comunque che questa variante non serva per bloccare l'opera pubblica già appaltata.

A consiglio concluso dispiace inoltre constatare che la scelta libera della votazione, da parte dei consiglieri di Officina Lavagnese, abbia dato adito ad un attacco personale fuori luogo, quasi a significare che i consiglieri non abbiano opportunità di libera espressione in un confronto politico che dev'essere sempre franco e rispettoso delle scelte e delle persone, se si vogliono servire adeguatamente le istituzioni".

Così il PD Lavagna:

"Il Partito Democratico esprime la propria solidarietà al Consigliere Comunale Guido Stefani per il deplorevole attacco subito in Consiglio Comunale da parte del Sindaco Alberto Mangiante.

Il confronto politico ed amministrativo può avere toni accesi ma non dovrebbe mai sfociare nel dileggio e nella mancanza di rispetto.
Ci duole rimarcare come non sia la prima volta che il Sindaco Alberto Mangiante si lasci andare a dichiarazioni verbali non consone al ruolo istituzionale che riveste".

La posizione di Circolo Legambiente Cantiere Verde

Mentre il Circolo Legambiente Cantiere Verde scrive:

"Un atto dovuto, quello consumatosi finalmente (!) ieri 7 gennaio 2022 in consiglio comunale a Lavagna con l'approvazione della variante al piano regolatore al fine di "mettere in sicurezza" la piana dell'Entella da appetiti cementificatori insaziabili. Un atto, peraltro, sollecitato recentemente nell'ambito dei lavori della commissione regionale per l'esame della proposta di "Dichiarazione di notevole interesse pubblico della piana fluviale dell'Entella" al fine di allineare la pianificazione territoriale con l'attesa dichiarazione di vincolo paesaggistico e monumentale e onde prevenire, in una vicenda che si prolunga da un ventennio, eventuali rivendicazioni da parte di altri soggetti.

Nominata tardivamente il 7 dicembre scorso con decreto regionale, la suddetta commissione è composta da funzionari di Regione Liguria e Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della città metropolitana di Genova, Facoltà di architettura dell'Università di Genova, la Federazione regionale degli architetti pianificatori paesaggisti, il comandante dei carabinieri forestali della Liguria e un rappresentante delle associazioni ambientaliste.
Come in altre vicende tristemente arcinote - come, ad esempio, quella combattutissima del Parco Nazionale di Portofino o quella più sottoesposta della depurazione delle acque reflue - le grandi istanze che riguardano la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale, il benessere generale e la salute della popolazione sono destinate a segnare il passo. Così anche la vicenda della piana di Lavagna, lungi dall'essere definitivamente risolta, richiama l'attenzione - secondo una visione d'insieme e non scelleratamente parcellizzata - sulle criticità e le potenzialità che riguardano l'intero bacino fluviale.
Ricordiamo pertanto nuovamente i punti programmatici sollecitati dalle associazioni ambientaliste, naturalistiche, animaliste, sociali, culturali e sanitarie che si sono mobilitate al fine di promuovere una gestione saggia, sensibile e prudente delle risorse territoriali:
- la mitigazione del rischioidrogeologico con tecniche naturalistiche e a basso impatto ambientale;
- l'attivazione del Contratto di Fiume;
- la tutela e la salvaguardia dell?Oasi Faunistica;
- la riqualificazione e rinaturalizzazione del corso d'acqua;
- la valorizzazione del paesaggio agricolo.
Senza un'autentica presa di coscienza riguardo alla necessità di una visione di sistema dell'intero patrimonio naturalistico residuale ereditato dai nostri avi, si prospetta la vorace cannibalizzazione e la pauperizzazione dei nostri territori".
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