Emergenza sanitaria

Coronavirus, i dati liguri sotto la lente della Procura

I numeri degli indicatori del contagio che la Liguria invia al Ministero, e che contribuiscono alla decisione sul livello di allerta pandemica e relative misure di contenimento, sono oggetto di verifiche da parte degli investigatori

Coronavirus, i dati liguri sotto la lente della Procura
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Sono giorni complicati per la Liguria in materia di pandemia Covid. Da una parte, sembra sempre più verosimile che, all'aggiornamento dei dati del sistema di monitoraggio nazionale, la regione possa salire di livello d'allerta, da giallo ad arancione. Lo stesso Toti appare mettere le mani avanti e non escludere che questo possa essere lo scenario più futuribile.
Dall'altra negli scorsi giorni l'imposizione, in sostanza, di un "silenzio stampa" alle singole ASL ed ospedali, che hanno così dovuto interrompere le comunicazioni alla stampa riguardo i rispettivi numeri del Covid (numero di contagi e decessi su tutti), lasciando come unica fonte il bollettino regionale nel cui flusso però non sono mostrati sempre tutti i dati di interesse ed altri possono apparire con tempi tecnici molto diversi, ha gettato una certa ombra sulla correttezza proprio di questi dati. E probabilmente contribuito a preoccupare anche alcuni sindaci: non è forse un caso, infatti, che proprio in questi giorni il presidente della Conferenza dei Sindaci dell'ASL 4 abbia scritto all'azienda sanitaria chiedendo dei report dettagliati sulla situazione.

Coronavirus, ora i dati liguri sotto la lente della Procura

Questi dati, che sono anche quelli che Regione Liguria invia al Ministero per le statistiche nazionali e proprio l'elaborazione in "cabina di regia" per la decisione del livello di misure anticovid da applicare, finiscono ora sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Genova. Secondo quanto battuto dalle agenzie di stampa come ANSA, infatti, ed attribuite a fonti investigative, la Procura sta verificando cosa sia inviato al Ministero, e quanto questi dati siano corrispondenti alla effettiva realtà del territorio.

La stessa Procura aveva già aperto indagini conoscitive, cioè senza per il momento alcuna ipotesi di reato, sugli intasamenti dei Pronto Soccorso genovesi ed eventuali responsabilità organizzative, in particolare proprio di Alisa, in merito all'adeguatezza delle misure prese in previsione della seconda ondata pandemica, ovvia ed evidente già a settembre.

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